La lettera del Vasari torna a casa dopo oltre vent’anni

Risale al 1566, era stata rubata nel 2001 dall’archivio della Fraternita dei Laici di Arezzo
Una lettera manoscritta di Giorgio Vasari datata 18 marzo 1566, scomparsa nel 2001 dall’archivio della Fraternita dei Laici di Arezzo, è “tornata a casa”. Oggi la consegna del comandante del Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Firenze, capitano Claudio Mauti, al rettore della Fraternita dei laici Pier Luigi Rossi.
La lettera manoscritta di Giorgio Vasari è una missiva molto formale inviata ai Rettori della Fraternita per parlare dell’artista Giovanni Stradano. Nel corpo della stessa si evidenziano anche legami di natura economica ove il Vasari parla, persino, di cifre e compensi su alcuni lavori e relazioni sullo stato di alcune opere.

L’attività investigativa del personale del Ntpc di Firenze, nata grazie alla segnalazione da parte della casa d’aste Sotheby’s di Londra e Bruxelles, ha consentito di individuare il prezioso manoscritto il cui valore ammonterebbe a circa 20mila euro.
Non è stata necessaria una formale richiesta di rogatoria internazionale da parte della Procura di Arezzo in quanto, attraverso la diplomazia culturale, la famiglia belga che in buona fede ne era entrata in possesso, compresa la reale provenienza del manoscritto, si è messa a completa disposizione con il personale della casa d’asta londinese affinché la lettera potesse rientrare in Italia. È stata una delegata della Sotheby’s a consegnare spontaneamente il manoscritto agli uffici dell’Ambasciata d’Italia a Londra. Il Tribunale di Arezzo, data la natura giuridica del bene, ha disposto la restituzione alla Fraternita dei Laici di Arezzo in virtù della normativa vigente.
“Il risultato di oggi testimonia l’importanza dei rapporti internazionali, non solo tra Forze di Polizia, ma anche tra gli operatori commerciali di settore che, muniti di una maggiore sensibilità ai beni di proprietà pubblica provenienti da altri Stati, collaborano, come in questo caso, affinché ritornino nei luoghi dove sono stati asportati. Sempre utile ed indispensabile la catalogazione e la fotografia dei beni culturali che, se fornite in sede di denuncia, alimentano la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, strumento fondamentale ai militari del Comando carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per recuperare beni anche a distanza di tempo”, dicono i carabinieri.